La parola Serengeti deriva dal popolo Masai e significa “pianura infinita”, copre infatti un’area immensa di circa 14763 kmq (circa 3 volte la Liguria), ed è senza dubbio uno dei santuari della fauna selvatica più famosi al mondo. Nel 1921 era riserva di caccia, poi nel 1951 è divenuto riserva naturale e, poco dopo, parco naturale. Il parco si trova a circa 330 km a nord-ovest di Arusha, ed è compreso tra un’altitudine di circa 920 m e 1850 m slm.
Il suo ecosistema varia dalle savane piane sterminate, alle colline alberate e gli ambienti rivieraschi sul Lago Victoria, ma il paesaggio non è vario come ci si aspetterebbe in un territorio altrettanto vasto.
Le aree interessanti per i safari sono le savane arboree intorno al fiume Seronera, i densi acacieti nella zona di Lobo al confine con il Kenya, i vasti piani boscosi del cosiddetto “corridoio occidentale” percorso dai fiumi Grumeti e Mbalageti che si gettano nel lago Victoriaeche attirano una grande concentrazione di animali selvatici tutto l’anno. Gli animali del parco includono: leoni, bufali, impala, ippopotami, antilopi d’acqua e oltre 500 varietà di uccelli, ma le star qui sono leopardi, ghepardi e rinoceronti. Qui da dicembre a maggio, dipende dal tempo, le grandi mandrie iniziano la loro grande migrazione dalla pianura centrale verso le acque permanenti a nord e a ovest del parco, alla ricerca di cibo, per poi finire nel Masai Mara, in Kenya. Gli animali transumano per circa quattro mesi.
Ndutu
La zona Ndutu far parte dell’area di conservazione del Ngorongoro e dell’ecosistema del Serengeti. Questa zona fa parte del percorso della grande migrazione di gnu, zebre e gazzelle. Da dicembre a maggio, le pianure a Sud-Est e i boschi aperti intorno ai laghi Ndutu e Lagaja diventano il centro dell’attività degli animali migratori e anche la zona preferita per il parto.
La Gola di Olduvai
Olduvai è un canyon lungo 50 km e profondo 90 metri, ed è definito la “culla dell’umanità” il luogo dove nel 1959 i Leakey (una coppia di archeologi) trovarono il cranio dello Zinjantropo Australopiteco che significa “uomo scimmia della terra dello Zenj”, in seguito ribattezzato Australopiteco Boisei, vissuto circa 1.7 milioni di anni fa. I Leakey ottennero i fondi da National Geographic per proseguire le ricerche, che portarono avanti per tutta la loro vita a Olduvai. Successivamente il loro figlio, formatosi alla loro scuola, ha continuato le ricerche allontanando ulteriormente le origini dell’uomo. Oggi è direttore del Museo di Nairobi, in Kenya.